Nero di maggio – Recensione da La stampa

Recensione da “Tuttolibri – La Stampa”

Sabato 2 dicembre 2000

Firenze 1938,
un kiIller per MussolIni e HiItler La parte che più rimane impressa dell’esordio di Leonardo Gori – giornalista e grande esperto di fumetti – in “Nero di maggio” (Hobby & Work, pp. 281, L. 28.000) è senz’altro quella che ricostruisce la giornata fiorentina delle due grandi anime nere del Novecento, Hitler e Mussolini. Perfetto in ogni dettaglio, quel momento esaltante – o esaltato – del 9 maggio 1938 chiude e suggella un intrigo giallo di stampo classico, con qualche strizzatina d’occhi al killerismo esasperato dei tempi nostri. Ricostruita fedelmente sulle testimonianze dell’epoca, la giornata del bagnodi folla in cui un oscuro attentato potrebberisolvere le sorti della Storia, regala al romanzo una valenza non soIo di genere,anche se l’intreccio risulta in prevalenza indirizzato alla soluzione dell’enigma. Un enigma che parte con la scoperta di un cadavere – una prostituta – sulle rive dell’Arno, e più tardi di una seconda vittima. Il capitano dei carabinieri Bruno Arcieri- in temporanea, forzata alleanza con un altero intellettualefascista, il Gerarca- deve lottare contro l’assassino ma anche contro il tempo, in una città in subbuglio nei preparativi: la scomparsa da un collegio di un’altra ragazza saràla chiave del mistero, che ha radici lontane, in accadimenti che conducono – forse, ma è meglio scoprirlo da soli -ad una soluzione “anche” politica. Fedelmente ricalcato nelle geografie in bianco e nero dell’epoca, il romanzo si giustifica nell’originalitàdell’impianto, nella fotografia smorzata o accecante dei caratteri, portandoci a spasso in una dimensione di delirio quasi onirico, ma purtroppo parte integrante del nostro passato. E anche la trama gialla non delude.

Sergio Pent

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